Mentre scrivo questo articolo ottobre è iniziato da qualche giorno, ed oltre a tingersi dei bellissimi colori autunnali, si tinge anche di rosa, il colore della prevenzione e della lotta al tumore al seno.
Già dall’università questo mese è sempre stato pieno, ricco di eventi informativi, aggiornamenti e tanta pratica, ma soprattutto della Race for Cure di Komen Italia al Circo Massimo di Roma, alla quale partecipavo insieme alle mie compagne di corso.
Quest’anno non potrò esserci ma voglio comunque partecipare all’iniziativa, dando il mio contributo professionale.
In questo articolo ti spiegherò passo passo cosa fare dopo l’intervento chirurgico. Ci sono molte cose che puoi fare da sola e alcune cose a cui devi fare attenzione e rivolgerti ad uno specialista.
Qui sotto ti ho messo l'indice dell'articolo. Se lo vorrai potrai leggerlo interamente oppure puoi andare direttamente al paragrafo che ti interessa.
Indice dell'articolo
Continua a leggere e ti parlerò di come fare ogni cosa.
Partiamo dicendo che non tutti gli interventi sono uguali e la scelta dipende soprattutto dal grado di compromissione dei diversi tessuti. Le opzioni principali sono tre: asportare solo il tessuto tumorale, è la meno invasiva ma ha dei rischi maggiori per future recidive, la mastectomia, dove anche il tessuto mammario è risultato compromesso e si procede sostituendolo con una protesi; la linfoadenectomia che prevede la rimozione di uno o più linfonodi. Perché si asportano anche i linfonodi? I linfonodi ascellari raccolgono e filtrano la linfa dalla ghiandola mammaria per portarla in circolo attraverso i dotti linfatici presenti in tutto il corpo. L’asportazione riduce sensibilmente la possibilità di metastasi e recidive.
Il primo obiettivo terapeutico è quello di evitare le complicanze post-operatorie, soprattutto il gonfiore al braccio ed i “cordoncini” sotto la cute.
Queste sono le foto di una paziente, trattata con Manipolazione Fasciale®. La prima e la seconda foto sono state scattate prima e dopo la seduta, mentre la terza a distanza di circa un mese. Te le ho volute mostrare per farti capire cosa intendo e cosa si può ottenere. A volte con la scrittura non sono convinta al 100% arrivi tutto ciò che voglio realmente dirti. Ma adesso andiamo avanti.
Subito dopo l’operazione potresti avere dolore alla spalla per via della posizione in abduzione del braccio durante l’intervento, ma non preoccuparti passerà entro qualche giorno.
Nonostante il fastidio del drenaggio e la paura di fare errori, la prima cosa che devi fare è muoverti, riprendendo le attività quotidiane, facendo però attenzione a non sforzarti troppo e sollevare pesi eccessivi con il braccio omolaterale all’operazione. Non sono specifica su quanto sia “troppo” peso perché dipende esclusivamente dalla tua percezione dello sforzo e dal tuo tono muscolare di base. Considera indicativamente che, in una scala da 0 a 10, dove 0 è un peso leggerissimo e 10 un oggetto che non riesci a sollevare, di rimanere su un punteggio 2-3.
Ma perché ti dico questo? In base all’età, al lavoro che si svolge ed ai diversi stili di vita, ogni donna può avere un diverso stato fisico e quindi una diversa percezione della fatica. Sta a te capire qual’è il giusto!
Le linee guida internazionali consigliano di limitare i carichi sul braccio per un periodo di 4 settimane, ma anche evitare di ferirsi e le bruciature da esposizione al sole che possono creare una risposta infiammatoria esagerata e rallentare il processo di guarigione.
I primi movimenti ti sembreranno faticosi ed il braccio pesante. Aiutati con l’altro braccio unendo le mani, oppure tenendoti il braccio del lato operato a livello del polso, e prova tutti i movimenti di elevazione anteriore e laterale.
Passati 10/15 giorni arriva il momento di togliere i punti dall’incisione chirurgica e si può iniziare a trattare la cicatrice. Di solito il chirurgo non da molti suggerimenti a riguardo ma, il mio consiglio è di iniziare a "muovere" il tessuto cicatriziale fin da subito per evitare che si formino aderenze e cordoni. Puoi agire in due modi o prendi la cicatrice tra le dita come se volessi dare pizzicotto e poi fai sfregare la pelle oppure cerchi di “ancorare” la pelle con il polpastrello e muovi il dito nelle diverse direzioni. Non tralasciare la cicatrice del drenaggio perché può dare fastidio anche quella.
Invece, per migliorare la cicatrice esteticamente e renderla più morbida ricordati di usare una crema apposita. La mia preferita è contractubex, la consiglio vivamente perché è ottima. Se non vuoi dimenticartene clicca qui.
La terza cosa che puoi fare è l’auto-massaggio, ossia lo svuotamento delle stazioni linfonodali per evitare che il braccio si gonfi e diventi pesante.
Cercherò di essere chiara per farti capire come farlo da sola, spiegandoti prima dove massaggiare e poi come.
I linfonodi sono presenti in tutto il corpo, ma dovrai ricordarti solo 5 aree da massaggiare bilateralmente con entrambe le mani:
1. la prima area si trova nello spazio tra l’angolo della mandibola ed il lobo dell’orecchio.
2. successivamente abbiamo i linfonodi del collo, che si trovano anteriormente e sopra la clavicola
3. poi troviamo i linfonodi del cavo ascellare, proprio dove cresce la peluria, sia dal lato del braccio, sia verso il tronco
4. puoi scendere verso il lato più interno del gomito, ma sempre verso la piega anteriore
5. infine i linfonodi inguinali, li trovi tra il pube e le due ossa del bacino che vedi sui fianchi
Ora che hai preso dimestichezza con queste zone proviamo insieme come trattarle. Poggiamo le dita appena sotto il lobo dell’orecchio (se c’è poco spazio puoi usare solo due dita per lato) ed esercita una leggera pressione effettuando dei movimenti circolari, circa 20 per lato, e passa ai linfonodi successivi finché non avrai finito tutti e cinque i punti. Tra una zona e l’altra puoi far scivolare le mani come una carezza oppure con il dorso delle unghie per migliorare l’effetto del’auto-massaggio drenante.
Spero di esserti stata utile con i miei consigli! Ricordati però che puoi sempre chiedere supporto ad uno specialista.
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